IL RIONE SAN MARTINO SAN ROCCO VINCE IL PALIO DI ASTI 2012

Cronaca della Terza batteria e della Finale del Palio di Asti 2012, da parte del ilCanapo.com

TERZA BATTERIA

E’ la batteria di “ferro” si dice, con tanti rioni, borghi e comuni degni di una finale. Sei cavalli al canapo, ma a Bircolotti non si fanno sconti. Cinque le partenze false: si vede un Bartoletti molto nervoso al canapo, così come la Cattedrale. Il lavoro anche in questo caso è lungo: Montechiaro in ultima posizione guarda con insistenza Cattedrale e San Martino San Rocco. Più volte la mossa viene forzata dal Buce, altrettante da Mari di San Silvestro. Alla partenza buona, la sesta, scatta in testa Gingillo della Torretta seguito da Santa Maria Nuova e Cattedrale. Il Buce perde l’attimo, parte male, ma in meno di un giro è addosso ai bianco azzurri. Passa la Cattedrale, che perde poi vistosamente terreno nel terzo giro. Il distacco tra il terzetto di testa e gli inseguitori e tale da permettere a Gingillo di chiudere tranquillo la corsa.

FINALE

Il cuore del Palio 2012, sta tutto qui: in questa mossa della finale lunga, estenuante, 62 minuti di orologio. Le notte incomincia ad allungarsi su piazza Alfieri ma i cavalli non hanno nessuna intenzione di partire. Dal canapo c’è San Martino San Rocco, poi San Marzanotto, Baldicheri, San Secondo, Moncalvo, San Lazzaro, Torretta, San Pietro e Santa Maria Nuova. Il gioco degli equilibri interni dei rioni, tra chi vuole andare a vincere con più insistenza e chi meno, consegna forse al mossiere la finale più difficile tra quelle che si potevano prevedere. Nei 62 minuti di mossa i cavalli girano e rigirano tra i canapi, ci si parla tantissimo (è un dialogo quasi ininterrotto quello che c’è tra San Martino San Rocco e San Pietro). Il mossiere chiama e richiama, fa scoppiare il mortaretto otto volte (spesso per “alleggerire” la mossa) ma alla fine Bircolotti poco può di fronte a una situazione di stallo come quella. Più che al Palio, sembra di fare una partita a Risiko. E’ lampante e sotto gli occhi di tutti che i fantini cercano un accordo in grado di portare alla partenza buona, l’ottava.

Chi attacca il mossiere, forse non sa (o dimentica) le regole del Palio, una corsa diversa da tutte le altre, dove ogni cosa si compra e si vende. Ed è tra i canapi, che Bucefalo tesse la tela della sua strategia, è lì che il “nonno” fa vedere la sua esperienza, il suo sangue freddo. Rischia tanto, perché dopo otto false il rischio di partire male è altissimo. Ma il Buce non perde mai il controllo della situazione. La partenza buona lo vede partire benissimo: lo spunto iniziale che forse manca al cavallo, Farnetani lo recupera alla prima curva, chiudendo Moncalvo.

Il Palio è già finito: è solo una cavalcata trionfale lunga tre giri. Il “vecchio” della piazza alza il nerbo praticamente davanti al Reale: è tutta piazza Alfieri a rendere omaggio a chi ha saputo trasformare la finale nella sua passerella d’onore e a un grande rione che ha saputo ancora credere in lui.