Commissione Corsa

Tra le diverse articolazioni del Comitato Palio, la commissione cavalli (o “commissione corsa”) è quella più delicata perché il suo compito, insieme al Rettore che ne è sempre parte integrante, è quello di scegliere l’accoppiata che difenderà i nostri colori nel Palio di settembre e di accompagnarne la preparazione in tutti i dettagli che possano farla arrivare al canapo nelle condizioni migliori per rendere il nostro Rione protagonista.

Circondato talvolta da un’aura di mistero e riservatezza, necessaria a non far trapelare all’esterno i dettagli delle operazioni in corso, il lavoro della commissione cavalli si svolge durante tutto l’anno e su più fronti: dai rapporti con i fantini e le scuderie che preparano i cavalli “da Palio”, costruiti e rinnovati nel tempo, alle relazioni con le dirigenze degli altri Rioni, Borghi e Comuni, dalle centinaia di corse seguite in tutto l’arco della stagione per verificare le caratteristiche e i progressi dei cavalli a disposizione (e di quelli degli avversari), alla predisposizione di tutti gli aspetti logistici e organizzativi per ospitare i cavalli nella nostra scuderia in occasione delle prove di addestramento e della settimana del Palio.

Oltre alle figure professionali appositamente individuate per l’occasione (non soltanto il fantino, ma anche veterinario e maniscalco di fiducia) esistono profili specifici che si sono sviluppati all’interno della commissione per far fronte nel dettaglio, e spesso in situazioni che si modificano velocemente, alle esigenze della stalla negli ultimi e decisivi giorni. Come per altre commissioni, è un lavoro che assorbe al 100% e che priva della possibilità di condividere, salvo alcune occasioni, le emozioni della Festa con gli altri borghigiani.

Ma tutte le fatiche, il sonno perso, le rinunce a tanti momenti che si svolgono nel Rione e in città, i segreti da custodire, le carrette di letame da spalare, assumono un altro significato quando le chiarine squillano e chiamano i cavalli al canapo: è il momento in cui ci ritroviamo tutti con gli occhi incollati a quella giubba che sbuca dall’angolo dei giardini, con il cuore che batte forte e la speranza di riempire tra poco nuovamente le narici di polvere e sabbia, questa volta quella della terra di Piazza, dove ritrovarci abbracciati a festeggiare “tut en blòch”.