LE VITTORIE

Le vittorie attribuite al Rione San Martino San Rocco nel corso dei secoli:
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1658 Confraternita di San Michele, paggio Bernardino Molino
1670 Confraternita di San Michele, paggio Giacomo Durando di Toirano della repubblica di Genova.
1692 Confraternita di San Rocco, paggio Giuseppe Cirio
1694 Confraternita di San Rocco
1695 Confraternita di San Rocco
1713 Confraternita di San Rocco
1714 Confraternita di San Rocco
1725 Confraternita di San Rocco
1727 Confraternita di San Rocco
1731 Confraternita di San Michele, paggio Giovanni Antonio Torello , cavallo barbaro
1732 Confraternita di San Michele, paggio Giovanni Antonio Torello, cavallo barbaro
1737 Confraternita di San Rocco, paggio Lorenzo Marro detto Forzino, cavallo calabrese
1739 Confraternita di San Rocco, paggio Bartolomeo Vassallo
1747 Confraternita di San Rocco, paggio Lorenzo Marro detto Forzino, cavallo calabrese
1748 Confraternita di San Michele, paggio Lorenzo Marro detto Forzino, cavallo maltese
1756 Confraternita di San Michele, paggio Antonio Ranco detto Tognino, cavallo sardo
1759 Confraternita di San Rocco, paggio Antonio Ranco detto Tognino, cavallo sardo
1760 Confraternita di San Rocco, paggio Antonio Ranco detto Tognino, cavallo sardo
1779 Confraternita di San Michele, paggio Giuseppe Rivarolo di Torino detto Tartaglia
1780 Confraternita di San Rocco, paggio Giovanni Bodoni detto Balin, su cavallo inglese
1798 Confraternita di San Michele, paggio Giorgino, cavallo turco.

 

Fantino: Giuseppe Hansz
Cavallo: Aleso

La determinazione per conquistare il tanto desiderato successo, dopo che negli ultimi Palii ci è sfuggito per un soffio, moltiplica i nostri sforzi per non lasciare niente al caso. Con l’occasione del ritorno ad Asti dei fantini senesi, ingaggiamo il Re di Piazza del Campo, Andrea De Gortes, detto “Aceto”, a cui affidiamo il forte purosangue Stachys, ribattezzato “Sotto” a formare un’accoppiata che dalle nostre parti è piuttosto familiare… L’indomani i giornali titoleranno “E’ il trionfo del Sotto-Aceto”, raccontando un Palio vinto di forza dai biancoverdi con Aceto che, una volta preso il comando, si difende fin sul traguardo dalla rimonta di Santa Maria Nuova e fa finalmente esplodere di gioia i sanrocchesi.
Il nostro tripudio, dopo 50 anni di attesa, è incontenibile e passerà alla storia una foto in cui il fantino e il Rettore Ruffa, portati in trionfo dai borghigiani, sembrano galleggiare sulla folla, un ricordo indimenticabile dell’entusiasmo del nostro popolo che Elio amava mostrare ai ragazzi per spiegare orgoglioso il sapore di una vittoria fortemente voluta e assaporata “tut in bloc”. I festeggiamenti si scatenano per tutta la notte, e per molti giorni a seguire, in un Borgo animato dalla proverbiale allegria che ci contraddistingue. Il punto di ritrovo abituale è la tabaccheria di Marco e Franca all’angolo di San Rocco, una sorta di seconda sede dove ogni sera si ritrovano gli stati generali del borgo e, tra un brindisi e l’altro, nascono goliardiche idee per celebrare la vittoria e farsi beffe dei rivali battuti.
Rettore: Elio Ruffa
Fantino: Andrea De Gortes “Aceto”
Cavallo: Stachys (“Sotto”)

Dopo la Vittoria tanto attesa Ruffa passa la mano, lasciando il ruolo di Rettore del Comitato a Italo Melotti, che ha il piacevole compito di guidare il Rione in un anno di festeggiamenti per il Palio appena conquistato. Le celebrazioni, che sembrano non avere mai fine, culminano a pochi giorni dalla nuova corsa nell’inaugurazione in Piazza Amendola del Cavaliere della Vittoria, un grande monumento ideato e disegnato da Antonio Guarene e realizzato dalle sapienti mani del fabbro Giuseppe Ercole. Le due dita aperte in segno di Vittoria sono un ottimo presagio perché nel Palio di pochi giorni dopo arriva una fantastica doppietta, in modo completamente opposto all’anno precedente. Questa volta il ruolo di favorito spetta a Tanaro che, per interrompere un lungo digiuno, ha ingaggiato Aceto e Stachys, la nostra accoppiata vincente nel 1984, mentre noi cerchiamo di far saltare i pronostici affidando all’emergente Truciolo un imponente cavallo grigio, sconosciuto anche agli addetti ai lavori, fatto appositamente arrivare in gran segreto dall’Austria. Prairie Speedy, ribattezzato “Olivolì Olivolà”, dimostra in pista la sua potenza e Truciolo, dopo averlo portato in testa scavalcando Tanaro, riesce a respingere a suon di nerbate gli attacchi di Aceto, preceduto di un soffio sul traguardo. A nulla vale la sceneggiata del vecchio marpione senese che alza il nerbo e prosegue la corsa per un quarto giro tentando di ingannare la giuria di arrivo. Il Palio è nuovamente sanrocchese e mentre i tanarini, all’epoca nostri accesi rivali, si disperano, Melotti può stringere tra le mani l’ambito drappo e dare inizio alla seconda festa del popolo biancoverde.
Rettore: Italo Melotti
Fantino: Mario Cottone “Truciolo”
Cavallo: Prairie Speedy (“Olivolì Olivolà”)

Occorrono scelte coraggiose e non prive di rischio. Montare un fantino di 54 anni che, come noi, ha chiuso con l’eliminazione in batteria gli ultimi Palii può essere sicuramente un azzardo, così come lo è (forse ancora di più) affidargli un purosangue tanto potente quanto difficile da gestire sul tracciato di Piazza Alfieri, come l’inglese Alan Devonshire, di scuderia astigiana. Ma è giunto il momento di rischiare e, dopo aver ingaggiato il Re della Piazza, spavaldamente annunciamo che con la nostra accoppiata siamo pronti a far saltare il banco. “21 vittoria, grande baldoria” è il motto, nato dopo il sorteggio che ci assegna l’ultimo numero tra i partecipanti in gara, che ci accompagna nei giorni della vigilia, orgogliosamente esibito sulle magliette, rilanciato nella cena, richiamato alla segnatura del cavallo che, manco a dirlo, viene soprannominato proprio “Ventuno”. E, nonostante la diffidenza di molti, la nostra scommessa paga perfettamente! Perché Bucefalo e Ventuno, dopo aver superato senza dar troppo nell’occhio una batteria molto impegnativa, ricca di pretendenti alla vittoria, si presentano al canapo della finale dove, in oltre un’ora di mossa, emerge chiaramente il sangue freddo e l’esperienza del fantino di Farneta. Al calare del canapo la nostra accoppiata scatta al momento giusto e, dall’interno, riesce a girare in testa la prima curva. Da quel momento in poi il Palio è una galoppata trionfale, finalmente senza intoppi, che ci porta finalmente alla Vittoria. E’ il trionfo di un mitico fantino, Maurizio Farnetani, che a dispetto dell’età riesce ancora a mettere in fila tutti gli avversari conquistando il suo ottavo Palio di Asti e di un grande cavallo, che trova finalmente il modo di esaltare le sue qualità. Ma è soprattutto il trionfo del nostro Rione, che dopo tanta attesa, può ritrovarsi in un grande abbraccio liberatorio e festeggiare senza sosta il drappo che Franca Sattanino, commossa, stringe finalmente tra le mani. “21 vittoria, grande baldoria!!!” è il grido che per tutta la sera, al ritmo dei tamburi, accompagna la nostra gioia, ed è anche il pretesto per allestire, pochi mesi dopo, uno spettacolare Galà della Vittoria in stile Las Vegas, a celebrare l’azzardo vincente e i suoi protagonisti. Prima ancora è tempo di celebrare un altro storico successo, raggiunto per la prima volta: l’incoronazione della nostra bellissima Viviana Vendemia a Damigella del Palio, ideale punto di raccordo con l’ultima vittoria del 1985, quando era Rettore suo nonno Italo Melotti che, insieme a tanti altri sanrocchesi, avrà certamente sorriso da lassù vedendo tornare in festa gli amati colori biancoverdi.
Rettore: Franca Sattanino
Fantino: Maurizio Farnetani “Bucefalo”
Cavallo: Alan Devonshire (“Ventuno”)